L’ECONOMIA DELLA FELICITA’ – dalla globalizzazione alla localizzazione
Il modello economico attuale è obsoleto, si basa sull’aumento della produzione e delle esportazioni, con lo scopo di generare prosperità. Ma la formula non ha funzionato: ha creato enormi debiti pubblici, taglio ai servizi e aumento degli investimenti nel settore dei trasporti e difesa.La globalizzaizone dell’economia ha generato molti problemi: aumenta la distanza tra il consumatore ed il produttore, si riducono i rapporti umani, diventa più semplice comprare prodotti importati ma si perde la percezione del processo produttivo che vi è dietro. Aumentando le distanze tra i soggetti economici, in definitiva, si rende impossibile qualsiasi tipo di etica ed empatia.E non è solo una questione sociale, ma anche ambientale: è sempre più difficile percepire gli impatti delle nostre azioni, fino al punto che dimentichiamo che “non esistono pasti gratis”.Helena Norberg-Hodge (ecologista e linguista attiva da decine di anni nello studio degli effetti della globalizzazione) spiega come un’economia locale, fondata sulla diversificazione della produzione (anzichè sull’omologazione dei prodotti), riduce l’impatto sull’ambiente, sulla biodiversità, riduce gli sprechi e contribuisce ad un miglioramento dei rapporti sociali, con risvolti etici ed anche maggiori guadagni economici. E, a differenza di come si potrebbe pensare, la nascita di economie locali non è una sorta di “isolazionismo”: al contrario, è una sfida che necessita della cooperazione dell’intero pianeta.
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